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Il 3 luglio 1971 moriva Jim Morrison, leader dei Doors e grande sciamano del rock. Ma il mito della band californiana era solo all'inizio... Storia di un cadetto mancato che aveva deciso di trasformarsi nel "Re Lucertola" per oltrepassare "le porte della percezione"
La notte tra il 2 e il 3 luglio 1971 Jim Morrison rientrò nel suo appartamento parigino con la moglie Pam, dopo una notte a base di cinema e di alcool. A casa, ubriaco, affrontò l'ultimo viaggio: una micidiale dose di eroina che entrò in simbiosi con l'alcool bevuto, provocando un edema polmonare che lo stroncò in poche ore. Si spegneva così la voce e l'anima dei Doors, uno dei gruppi più importanti della storia del rock. La loro rivoluzionaria stagione musicale, inaugurata quattro anni prima, era riuscita a espandere il rock oltre i suoi confini, oltre quelle "porte della percezione" descritte dal poeta visionario William Blake: "Quando le porte della percezione sono spalancate - aveva scritto - le cose appaiono come veramente sono, infinite". L'autore inglese Aldous Huxley, ispirato dalla citazione di Blake, intitolò "Le Porte della percezione" il suo trattato sugli effetti della mescalina. Da qui la scelta di Jim Morrison di chiamare la band The Doors.

Secondo una delle leggende del rock, i Doors sarebbero nati su una spiaggia di Venice, California, quando Jim Morrison declamò a Ray Manzarek i versi di una poesia appena composta: "Moonlight Drive". Morrison e Manzarek si erano conosciuti alla Scuola di Cinema dell'Ucla. A unirli, la passione sfrenata per i classici della letteratura maledetta e decadente. Ma i due hanno storie diverse. Morrison, originario della Florida, è il figlio di un alto ufficiale della Marina americana, destinato anch'egli alla carriera militare. Ma è un personaggio complesso, fragile e carismatico insieme, animato da una vena poetica fuori del comune e da una smaccata attitudine anticonformista. Una personalità inquieta, che lo porterà a scontrarsi con la propria famiglia al punto da arrivare a dichiararsi "orfano". Manzarek, originario di Chicago, ha meno fascino ma più solide basi musicali, grazie alla sua esperienza di pianista di impostazione classica con una particolare predilezione per il rock e il blues. Ha studiato Legge per qualche anno, quindi si è dedicato al cinema, realizzando anche tre cortometraggi ("Evergreen", "Induction" e "Who I Am And Where I Live"), ma ha sempre coltivato la sua passione per il blues cantando con lo pseudonimo di Ray Daniels in un complessino di famiglia, i Rick & The Ravens, insieme ai fratelli Rick e Jim e al batterista John Densmore.
Sono gli albori dei Doors, che nascono ufficialmente come quartetto alla fine del 1965: a Morrison, Manzarek e Densmore si aggiunge, infatti, il chitarrista Robbie Krieger.

In America è la stagione d'oro del sound di San Francisco all'insegna di "Pace & Amore", degli hippy, dell'acid-blues di Jefferson Airplane e Grateful Dead, ma anche del rock decadente dei newyorkesi Velvet Underground. I Doors, però, scelgono una nuova strada, del tutto atipica e originale. Nel 1966, dopo una dura gavetta nei locali di Los Angeles (London Fog, Whiskey A Go-Go), arriva la firma con l'Elektra, la storica etichetta Usa che lancerà anche band come Stooges, Television, The Cars. In due settimane, Morrison e soci completano l'omonimo album d'esordio, che esce nel gennaio 1967.

 

The Doors

 

The Doors è uno dei debutti più folgoranti della storia del rock. Visionario, intenso, selvaggio, il disco è un saggio del talento poetico di Morrison, ma anche della straordinaria abilità degli altri musicisti: Robby Krieger, ottimo compositore e chitarrista, capace di spaziare dal flamenco a un particolare genere di chitarrismo "bottleneck", Ray Manzarek, tastierista e organista in grado di comporre ed eseguire anche melodiche linee di basso, John Densmore, batterista jazz in perfetta sintonia con i tempi teatrali e i rituali ipnotici della band. L'alchimia musicale dei Doors fonde blues e rock psichedelico, poesia decadente e teatralità, rituali occulti e ritmi esotici. E le storie declamate dal baritono inquietante di Morrison sono un pugno in faccia ai valori precostituiti. "The End", versione rock del mito di Edipo che sfocia nella celeberrima e iper-censurata strofa "Mother, I will fuck you!", è un lungo, sfibrante raga, perso in un mare di ricami orientaleggianti, di improvvisazioni sonore, di vortici psichedelici che annebbiano la mente e la ipnotizzano, per poi folgorarla con un finale da elettroshock, in cui chitarra, organo e batteria convergono in un vertiginoso crescendo. Consumato attore teatrale, oltre che rocker, Morrison interpreta una delle sue sceneggiate più agghiaccianti, spaziando tra toni soffusi e slanci furoreggianti, tra momenti di estasi mistica e spasmi epilettici. Il brano sarà reso ancor più immortale dalla colonna sonora di "Apocalypse Now", il capolavoro di Francis Ford Coppola.
Ma ripartiamo dall'inizio... "Break On Through": due minuti tiratissimi ed è già un colpo da ko immediato. Un inno generazionale in cui il profeta Morrison predica la ribellione, la ricerca della libertà assoluta, accompagnato da un riff hard-rockeggiante di kinksiana memoria. Ma i Doors sono anche maestri nello stemperare il pathos con improvvisi cali di tensione. Così, nella ballata lisergica di "Crystal Ship" l'inquietudine si trasfigura in sogno, in una sorta di dolce dormiveglia. Il canto baritonale di Morrison favoleggia di luoghi surreali e di mondi remoti, nei quali ritrovarsi dopo aver abbattuto ogni barriera ("We'll meet again, we'll meet again"), dopo aver valicato quelle "porte della percezione" che limitano la mente umana. Il disagio e il dolore ("The days are bright and filled with pain") sembrano quasi evaporare in una lenta perdita dei sensi ("Before you slip into unconsciousness/ I'd like to have another kiss"), in un oblio dalle tinte psichedeliche, sublimato da una melodia da incanto e dal crescendo finale del piano.
Il blues dei Doors acquista toni allegri, quasi a voler simulare un intermezzo "leggero", in "20th Century Fox", ritratto al vetriolo di donna fatua e fatale ("She's a twentieth century fox/ Got the world locked up/ Inside a plastic box"). E l'atmosfera si fa addirittura surreale nello stralunato remake di "Alabama Song" del duo Kurt Weill-Bertold Brecht. I Doors si calano in atmosfere da cabaret espressionista per cesellare il loro omaggio alla cultura europea di inizio Novecento. L'esperimento sarà ribadito (in modo altrettanto splendido) nella versione di David Bowie.
Dopo questi due intermezzi "stravaganti", l'anima incendiaria dei Doors riprende il sopravvento nei sette minuti di "Light My Fire", vorticosa ode al sesso che si consuma tra le fiamme di un blues-rock selvaggio (firmato da Krieger). Morrison, fauno dionisiaco, sembra quasi voler risvegliare la notte dei sensi perduti con la sua invocazione oltraggiosa e autodistruttiva: "Come on baby, light my fire/ Try to set the night on fire/ The time to hesitate is through/ No time to wallow in the mire/ Try now we can only lose/ And our love become a funeral pyre". E mentre Morrison intona il suo oscuro, primordiale richiamo, un’esplosione sonora deflagra tra le volute dell’organo di Manzarek e i riff lancinanti della chitarra di Krieger, in un ideale amplesso tra jazz e sonate barocche, flamenco e boogie, rock e folk arabo. Un duetto tra i più leggendari mai apparsi su un pentagramma rock. E se la melodica "I Looked at You" e l’incalzante "Take As It Comes" potevano dare l’impressione di una conclusione "leggera" dell’album, è la litania ancestrale di "End Of The Night" - sorta di terrorizzante fiaba notturna scandita al lento ritmo di una liturgia psico-lisergica - a far presagire che il finale sarà tutt’altro che un "happy ending". E infatti la fine arriva, implacabile: "The End". Ma per la storia del rock sarà solo l’inizio...

 

 

Tracce
Break on Through (To the Other Side) – 2:25
Soul Kitchen – 3:30
The Crystal Ship – 2:30
Twentieth Century Fox – 2:30
Alabama Song(Whisky Bar) – 3:15 (Bertolt Brecht, Kurt Weill)
Light My Fire – 7:06
Lato B
Testi e musiche di Jim Morrison, Robby Krieger, Ray Manzarek e John Densmore, eccetto dove indicato.

Back Door Man – 3:30 (Chester Burnett, Willie Dixon)
I Looked at You – 2:18
End of the Night – 2:49
Take It as It Comes – 2:13
The End – 11:35


Riedizioni
Edizione CD del 2007 (40º anniversario, riedizione rimasterizzata con bonus), pubblicato dalla Elektra Records (R2 101184)
Testi e musiche di Jim Morrison, Robby Krieger, Ray Manzarek e John Densmore, eccetto dove indicato..

Break on Through (To the Other Side) – 2:27
Soul Kitchen – 3:32
The Crystal Ship – 2:32
Twentieth Century Fox – 2:32
Alabama Song (Whisky Bar) – 3:17 (Bertolt Brecht, Kurt Weill)
Light My Fire – 7:00
Back Door Man – 3:34 (Chester Burnett, Willie Dixon)
I Looked at You – 2:22
End of the Night – 2:50
Take It as It Comes – 2:18
The End – 11:41
Moonlight Drive – 2:43 – Bonus Track - Version 1
Moonlight Drive – 2:30 – Bonus Track - Version 2
Indian Summer – 2:36 – Bonus Track - 8/19/66 Vocal


Edizione CD del 2017 (50º anniversario)
Secondo CD/Quarto LP: Original Album Mono Mix)
Testi e musiche di Jim Morrison, Robby Krieger, Ray Manzarek e John Densmore, eccetto dove indicato..

Break on Through (To the Other Side) (Mono) – 2:27
Soul Kitchen (Mono) – 3:32
The Crystal Ship (Mono) – 2:32
Twentieth Century Fox (Mono) – 2:32
Alabama Song (Whisky Bar) (Mono) – 3:17 (Bertolt Brecht, Kurt Weill)
Light My Fire (Mono) – 7:00
Back Door Man (Mono) – 3:34 (Chester Burnett, Willie Dixon)
I Looked at You (Mono) – 2:22
End of the Night (Mono) – 2:50
Take It as It Comes (Mono) – 2:18
The End (Mono) – 11:41
Terzo CD: Live At The Matrix 1967
Testi e musiche di Jim Morrison, Robby Krieger, Ray Manzarek e John Densmore, eccetto dove indicato..

Break on Through (To the Other Side) (Live) – 3:35
Soul Kitchen (Live) – 4:05
The Crystal Ship (Live) – 3:07
Twentieth Century Fox (Live) – 2:54
Alabama Song (Whisky Bar) (Live) – 4:03 (Bertolt Brecht, Kurt Weill)
Light My Fire (Live) – 8:52
Back Door Man (Live) – 5:44 (Chester Burnett, Willie Dixon)
The End (Live) – 14:14

 

Formazione
Jim Morrison - voce
Robby Krieger - chitarra, (basso solo su Soul Kitchen e Back Door Man), cori in Alabama Song
Ray Manzarek - organo Vox Continental, pianoforte In The Crystal Ship, Back Door Man e End of The Night), tastiera, basso, Fender Rhodes (in tutte le canzoni dell'album), marxophone in Alabama Song, cori in Alabama Song e Soul Kitchen
John Densmore - batteria, percussioni, cori in Alabama Song

 

Altri musicisti
Larry Knechtel (non accreditato) - basso (solo su Twentieth Century Fox, Light My Fire, I Looked At You e Take It As It Comes)

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