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Quicksilver Messenger Service - Happy Trails

Il lustro 1965-1970, per il rock, è stato foriero di band ed innovazioni fondamentali, che avrebbero influenzato il genere negli anni a venire; senza pretendere di ricostruire qui la storia di quei cinque anni essenziali e della miriade di band ed artisti che raggiunsero il successo in tale periodo, limitando il discorso alla sola città di San Francisco, rinveniamo in tale assolata città uno spropositato numero di nomi imprescindibili per un amante del rock che si rispetti: Grateful Dead, Jefferson Airplane, Santana, senza nominare i vicini The Doors di Los Angeles, i The Byrds e molti altri ancora. La celebre Summer of Love del 1967, in particolare, al di là dei suoi contenuti extra-musicali, portò alla ribalta un particolare tipo di rock, definito presto come “psichedelico”, del quale San Francisco fu indiscutibilmente una delle capitali mondiali, se non la capitale.
Oltre ai già citati Grateful Dead, considerati un po' i padri del genere, non si possono poi non menzionare i Quicksilver Messenger Service: originari a loro volta della città di San Francisco, si erano formati nel 1965, mettendo assieme un gruppo di musicisti dalla notevole abilità, sui quali indubbiamente spiccavano i due chitarristi e cantanti John Cipollina e Gary Duncan. Dopo la partecipazione, nel 1966, al Monterey Pop Festival, in compagnia dei Jefferson Airplane, avevano pubblicato nel 1968 il primo, eponimo album, riscuotendo già buoni consensi per via del loro rock psichedelico con un delicato e piacevole retrogusto pop, senza però sconvolgere più di tanto le acque. E' invece nel 1969 che arriva il loro autentico capolavoro, ritenuto ancora oggi uno degli album più importanti del periodo e, da alcuni, uno dei più belli della storia del rock: Happy Trails è infatti la summa della formazione originale della band, dal momento che di lì a poco essa perderà Gary Duncan in favore del pur bravo Nicky Hopkins; registrato quasi interamente dal vivo, dove le due menti del gruppo sfoderano ogni oncia della loro notevolissima perizia alle sei corde, l'album è diviso in due lati, il primo dei quali è occupato da una lunga suite, originariamente intesa per costituire una cover di Who Do You Love? del celebre bluesman Bo Diddley. della versione originale, tuttavia, rimane in pratica solo il titolo: come detto, i Quicksilver Messenger Service trasformano il breve e coinvolgente brano di Diddley in una suite divisa in sei movimenti, ciascuno dei quali ha un ritmo e caratteristiche proprie: il primo mostra fin da subito i due chitarristi in gran forma e costituisce una versione più rock e meno strettamente blues del brano originale, con ampie divagazioni alla chitarra dei due assi. Il secondo movimento, When You Love, è in pratica uno splendido assolo a metà fra jazz e rock da parte di Duncan, in perfetto stile Mike Bloomfield, con il bravissimo polistrumentista David Freiberg, in sottofondo, ad occuparsi del basso. Rock e blues psichedelico si fondono invece in una notevole jam sul terzo movimento, Where You love, nella quale si percepisce (finalmente, verrebbe da dire!) anche la partecipazione dell'audience, stimolata a dovere dai musicisti, sui quali stavolta spicca il batterista e percussionista Greg Elmore. How You Love, rispettando la “democrazia” interna del gruppo, vede invece un assolo di John Cipollina, che si esibisce in una performance meno jazz rispetto al collega, puntando invece maggiormente sull'impatto rock della sua chitarra. Sul quinto movimento, Which You Love, il talento di Freiberg viene lasciato libero di esprimersi e, per una volta, sono i chitarristi a supportare il suo assolo e non il contrario: viene dunque dato il via un brano solista di basso, non particolarmente elaborato, ma egualmente squisito nel suo incedere. Infine, la suite completa il suo cerchio riprendendo, seppur non pedissequamente, il primo movimento e riallacciandosi dunque al brano originale di Bo Diddley, che probabilmente avrà a stento potuto richiedere al gruppo le royalties, visto il numero impressionante di modifiche effettuate alla sua canzone!
Il lato B di Happy Trails è invece inaugurato da Mona, altra cover del buon Bo e lievemente più simile all'originale rispetto a Who Do You Love?. Benché, generalmente, la prima metà dell'album sia la più celebre e celebrata, va detto che anche questo lato B offre grandi soddisfazioni agli amanti del rock e del sound della chitarra: i due maestri della band, infatti, duellano che è una bellezza su Mona, mostrando un'intesa dal vivo stupefacente. Di seguito, a formare una sorta di ulteriore suite divisa in tre parti, la band si aggancia a Mona tramite Maiden of a Cancer Moon e Calvary, due composizioni originali di Duncan sulle quali tutti i musicisti, fra cui ovviamente anche l'ottimo Freiberg, regalano emozioni a non finire. Maiden of a Cancer Moon, in particolare, con la sua atmosfera vagamente oscura e malinconica ed i deliri chitarristici di un Cipollina più rovente che mai, si configura come una vera e propria perla, ma anche Calvary, descritta dalla band come una sorta di “acid-flamenco”, vi sorprenderà senza ombra di dubbio. A chiudere questo splendido lavoro, infine, provvede la breve title-track, registrata in studio a differenza dei brani precedenti: si tratta di una allegra e scanzonata versione della sigla dello show di Roy Roger, molto in voga all'epoca negli States e, benché divertente, ci sentiamo sinceramente di definirla il pezzo peggiore del lotto.
Happy Trails è una gemma di inarrivabile bellezza e, assieme a Shady Grove, costituisce l'apice della carriera dei Quicksilver Messenger Service. Nessuno, del resto, può rimanere indifferente rispetto ai memorabili duelli fra chitarre che Cipollina e Duncan inscenano soprattutto sul lato A, mostrando a tutti che, probabilmente, meriterebbero una considerazione sensibilmente maggiore fra i grandi musicisti dell'epoca. Se volete recuperare un album dal vivo di rara bellezza incendiaria e che, benché affoghi le sue radici nel rock psichedelico, abbia la potenza espressiva di un qualunque album hard rock che si rispetti, Happy Trails vi aspetta a braccia aperte.

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