top of page

Moby Grape ‎– Moby Grape

Lanciati da Matthew Katz (già responsabile al tempo dell’ascesa dei Jefferson Airplane) e definiti dal produttore David Rubinson “la cosa più vicina ai Rolling Stones mai sentita negli USA”, i Moby Grape sono stati uno tra i gruppi della scena californiana della fine degli anni sessanta tra i più originali ed eclettici, con una formazione di tutto rispetto formata da ben tre chitarristi (tra cui Skip Spence, la mente geniale del gruppo, che vantava un inizio carriera come batterista dei primi Jefferson Airplane). In un’epoca in cui il rock si stava facendo sempre più elaborato i Moby Grape di questo primo album omonimo colpiscono per la freschezza e l’originalità dei loro brani, che non superano mai i tre minuti, e dai quali sgorga un rock con venature soul e folk capace di catturare già al primo ascolto. Il disco venne prodotto dalla Columbia sul finire del 1967, ebbe una promozione in grande stile con ben cinque singoli estratti dall’album e vendette discretamente: è stato ora ristampato dopo molto tempo dalla Sundazed (insieme a tutta la discografia dei Moby Grape) e arricchito da cinque bonus track. Tra le canzoni più interessanti vi sono Omaha, uno dei tanti inni dell’epoca, Hey Grandma, Come In the Morning e Fall On You, mentre in brani più tranquilli come Someday e 8.05 le doti vocali dei cinque Moby Grape affiorano chiaramente… L’originalità però che aveva consentito alla band di emergere da una scena locale già molto ricca e affollata, purtroppo con il secondo album (Grape Jam) andrà a stemperarsi a favore di un suono più classico ma anche scontato. Il secondo fu poi anche l’ultimo album con la band originaria al completo: il primo ad andarsene sarà proprio il canadese Alexander “Skip” Spence, non prima però di avere partorito nel 1969 Oar, il suo primo, fantastico e unico album solista.

bottom of page