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I Jefferson Airplane sono il complesso che nel 1966 lancio` l'acid-rock su scala mondiale. I loro primi singoli guadagnarono la prima pagina dei principali settimanali e invasero le radio della nazione, molto prima che nascessero la stampa e le stazioni indipendenti (anzi, probabilmente la stampa e le stazioni indipendenti nacquero anche per effetto del successo dei Jefferson Airplane). I Jefferson Airplane, approfondendo un'idea che era stata dei Byrds, crearono la musica psichedelica come la conobbero i giovani della borghesia, crearono lo standard a cui si sarebbero ispirati i musicisti commerciali. C'era un altro rock psichedelico, quello dei Velvet Underground e dei Grateful Dead, che invece in prima pagina non poteva finire, perche' aveva scardinato il concetto di canzone. I Jefferson Airplane vennero accettati (almeno inizialmente) perche' in fondo vivevano ancora nel mondo della canzone, perche' le radici folk e blues erano ancora visibili, perche' la melodia era ancora il baricentro dell'armonia. I Jefferson Airplane divennero l'icona per eccellenza dell'acid-rock, degli hippies e dell'estate magica di San Francisco.

In realta` non furono soltanto importanti come ispiratori, iniziatori, promotori di una stagione musicale, ma furono davvero grandi musicisti e scrissero davvero grande musica. Le canzoni dei Jefferson Airplane furono in effetti sempre autoreferenziali, o piu` semplicemente autobiografiche: quello era il loro "marketing appeal".

Il complesso si formo` nel caos creativo dell'estate del 1965 dall'unione di sei musicisti dalle esperienze umane e musicali diverse: il grafico Marty Balin, cantante proveniente dai circoli folk di New York e dedito a molteplici attivita', Paul Kantner, cantante e chitarrista, studente locale che aveva cominciato suonando il banjo in un complessino country, Jorma Kaukonen, chitarrista folk nomade della costa orientale, Alexander "Skip" Spence, chitarrista canadese sacrificato alla batteria, Signe Anderson, la cantante, e Jack Casady, il bassista, conterranei e amici di Kaukonen.

Dopo essersi battezzati Jefferson Airplane in onore del grande bluesman Blind Lemon e in omaggio al complesso dell'amico Steve Talbott, questi ragazzi suonarono il tredici agosto per inaugurare il locale che Marty Balin aveva allestito con Bill Thompson (il Matrix). Sia Thompson sia Talbott rimasero nell'entourage, l'uno come manager l'altro come consigliere.

I sei diventarono il simbolo della Frisco hippie dopo lo spettacolo del 17 ottobre, che li vide protagonisti, e dopo gli happening autunnali, fianco a fianco con i santoni della contro-cultura. Il sound non aveva ancora nulla di originale: era semplicemente un folk-rock piu` vicino alla tradizione, diverso dai molti stereotipi di Los Angeles soltanto per la voce femminile ammaliante della Anderson. La loro popolarita` era dovuta unicamente al fatto di essere degli hippie che suonavano.

I discografici della zona, che volevano sfruttare commercialmente il fenomeno hippie, pensarono di poter fare dei Jefferson Airplane i Beatles della Bay Area, tanto grande era diventato il loro prestigio all'inizio del 1966 rispetto a quello dei loro colleghi locali.

La formazione si assesta con le defezioni di Anderson e di Skip Spence. Spence viene sostituito dal batterista jazz Spencer Dryden (amico di Frank Zappa), mentre Grace Slick prende il posto di Anderson.

Grace Venia (o Wing) e` nata a Chicago nel 1939. Adolescente inquieta, abbandona l'ambiente familiare piccolo-borghese e si accampa a San Francisco, diventando la compagna del chitarrista Darby Slick e la cantante del suo complesso Great Society. La Great Society fa parte dell'entourage dei Jefferson e Slick, lasciato il marito, si aggrega agli Airplane, portandosi dietro come effetti personali i due successi della Great Society: Somebody To Love e White Rabbitt.

Slick personifica piu` di ogni altra cantante dell'epoca lo stile hippy al femminile: una ragazzina docile, carina e maliziosa, il cui sorriso radioso e` incorniciato da lunghi capelli neri. Cio` che ne fa anche la "voce" di quella generazione e` un talento canoro spettacolare: la sua voce e` al tempo stesso esuberante, innocente, cristallina, soave e potente e vibrante, al tempo stesso mezzosoprano austera per musica da camera e ruggente shoter di musica gospel. L'insieme esercita il fascino giusto. In breve Slick viene a rappresentare l'ideale romantico ed erotico degli hippy (che e` angelico invece che lussurioso, gentile invece che spavaldo, e pertanto capovolge i dogmi del rock and roll). Al tempo stesso le urla di Slick contengono abbastanza furia sarcastica da fungere anche da inni rivoluzionari. Il suo solenne acuto conia di fatto un nuovo genere di "inno", che assorbe e trasforma stili sacri e pagani. Slick diede un messaggio a quella voce con un'immagine pubblica di donna disinibita e irriverente.

La carica emotiva di Slick costituisce anche un complemento ideale per la carica oratoria e retorica di Kantner.

Balin, invece, perde progressivamente potere, in quanto e` il meno hippy di tutti. Balin viene da una cultura folk e da valori borghesi, e sembra morire dalla voglia di restaurare l'ordine pre-hippy. Le sue canzoni sono quasi pop. Kantner, fautore dell'impegno sociale e di un suono sempre piu` aggressivo e sperimentale, assurge presto al ruolo di fulcro compositivo.

Dal canto loro Kaukonen e Casady formano il vero motore musicale del gruppo, fantasisti di gran classe in grado di vivacizzare qualsiasi disegno dei leader, con una tecnica fatta di geometrie sbilenche di basso e di interventi rumorosi di chitarra. Kaukonen farciva il suo fingerpicking di tutta una serie di trucchi psichedelici, dal feedback a blues licks, a tante tecniche che non hanno ancora un nome, secondo solo a Hendrix in fatto di ingegno. A fargli da spalla era Casady, maestro del basso degno di figurare nella storia dello strumento accanto ai grandi jazzisti: invece di marcare semplicemente il tempo, Casady conio` un fluido stile melodico. Spencer Dryden, con le sue discontinuita` ritmiche, completava una delle sezioni strumentali piu` eclettiche e intelligenti dell'epoca.

Questa formazione rilancia nella primavera del 1967 Somebody To Love, che sembra fotografare perfettamente l'entusiasmo che ha lasciato in citta` lo "Human Be-in": su un ritmo forte e incalzante si libra la dura declamazione di Slick con le tipiche, lunghissime vocali, gli scatti nervosi, i saliscendi melismatici, gli acuti mozzafiato, il piglio cattivo. Quel brano sancisce la nascita di uno stile lontano dai canoni del folk-rock e del Merseybeat (i due generi "elettrici" da cui aveva preso l'abbrivo).

L'idea viene anzi ampliata con il 45 giri successivo, White Rabbitt, dedicato a Arthur Owsley (ma ispirato da Sketches Of Spain di Miles Davis). Il brano è un vertiginoso, trascinante, marziale, flamenco/ bolero declamato in maniera solenne da Grace Slick.

Mentre San Francisco viene a poco a poco sommersa e sconfitta dalla moda, e il flower-power si trasforma in un carnevale di maschere con capelli lunghi e abbigliamenti eccentrici, mentre i veri hippie si ritirano in disfatta dentro Haight Ashbury, e mentre si celebrano i nuovi eroi di Monterey (Hendrix e Joplin) che spazzano via tanti eroi di ieri (Jack Traylor e Terry Dolan, nomi scomparsi in breve tempo), i Jefferson Airplane si consolidano e acquistano coraggio, grazie soprattutto al colpo di mano con cui Kantner prende il potere, incentivando la ricerca creativa, e grazie alla maturazione tecnica dei quattro talenti naturali del gruppo: Slick, Kaukonen, Casady e Dryden.

Nel 1968 grandi avvenimenti scuotono il mondo giovanile, dal Maggio parigino ai disordini della Convenzione di Chicago. L'idealismo comunitario viene travolto dal verbo rivoluzionario, la metafisica dell'amore soccombe alla guerriglia urbana, i testi sacri delle religioni orientali vengono rimpiazzate dai libretti rossi. E la musica che si era battuta per l'utopia si mette al servizio della politica.

Anche i Jefferson Airplane si allineano alle nuove direttive del Movement, abbandonando i ristretti orizzonti di San Francisco per il piu` vasto e tormentato paesaggio americano. Il caratteristico linguaggio sognante li rende pero` piu` idonei all'epica che alla cronaca o alla satira.

Il complesso sopravvive allo sfascio del dopo-Monterey assurgendo a vestigia della civilta` hippie che fu. Per sei mesi i Jefferson si rintanano nel Carousel Ball Room, il locale dove si raccolgono i reduci del 1967 e dove ancora non sono arrivate le lunghe braccia del sistema, poco prima che Graham lo rilevi battezzandolo Fillmore West e ponga fine a uno degli ultimi esperimenti di autogestione della musica.

Nell'anno che va dall'estate del 1969 a quella successiva la formazione dei Jefferson Airplane cambia volto: Covington sostituisce Dryden alla batteria, Balin se ne va e spunta l'anziano violinista di colore Papa John Creach.

Il gruppo e` tutt'altro che unito. Tant'e` che i membri rimasti si spezzano in due coppie: Kantner e Slick preparano un disco intitolato Blows Against The Empire (RCA, 1970), al quale collaborano i nomi storici dell'acid-rock, mentre Kaukonen e Casady allestiscono gli Hot Tuna.

Il disco di Kantner viene pubblicato alla fine del 1970, ed e` accreditato come Jefferson Starship. Composto principalmete da lui, ma con massicci interventi della moglie, con due tocchi di classe di David Crosby e contributi sparsi degli ospiti che sono davvero tanti (Garcia, Kreutzman, Hart dei Dead; Kaukonen, Casady, Covington dei Jefferson, David Freiberg dei Quicksilver, Crosby e Nash), esplora la direzione accennata da Wooden Ships, il viaggio immaginario verso una moderna Utopia, la fuga dalla realta` alla ricerca di un'isola deserta su cui fondare un'umanita` piu` giusta. E` il testamento spirituale di San Francisco, oasi naturale alla ricerca di un'altra oasi, questa volta sociale.

Nel 1971 fondono una loro etichetta, la Grunt; nasce la figlia di Slick e Kantner, battezzata China.

I Jefferson Airplane furono caratterizzati da diversi cambiamenti e defezioni nel corso degli anni nella formazione del gruppo. Dopo lo scioglimento si formarono nel 1974 i Jefferson Starship, divenuti successivamente solo "Starship", prima di diventare i "Jefferson Starship - The Next Generation" nel 1991. Ma i Jefferson Airplane, così come si erano configurati e avevano raggiunto il successo, se si esclude una momentanea riunione nel 1989, cessarono la loro attività nel 1973. Sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1996.

 

L'opera d'esordio Takes Off (RCA, 1966), nacque con i crismi dell'evento storico, perche' sanci` l'esplosione del fenomeno e ne intraprendeva la diffusione su scala nazionale.

In effetti il disco e` una evoluzione del folk-rock. Balin, il leader indiscusso dell'epoca, compone e canta le sue semplici ballate facendosi accompagnare da coretti vocali e punteggiature chitarristiche piuttosto naive.

A parte qualche timido volo della Anderson, tutto si riduce al classico sorriso californiano: It's No Secret, Don't Slip Away e Come Up The Years. Ma il piglio epico che fa capolino da sotto Blues For An Airplane annuncia uno spirito diverso del far musica, e gli altri blues disfatti del disco (Bringing Me Down per esempio) sfoderano un ritmo caracollante e un'aggressivita` strumentale che manifestano chiaramente la voglia di rompere gli argini.

Il disco vende comunque parecchio e frutta celebrita` su scala nazionale. Anzi e` sulla scia del suo successo che molti altri complessi della Bay Area ottengono il loro primo contratto discografico e che le notti di San Francisco si riempiono di giovani forestieri accorsi a vedere i nuovi idoli.

 

Tracce:

Lato A

1. "Blues from an Airplane"

2. "Let Me In"

3. "Bringing Me Down"

4. "It's No Secret"

5. "Tobacco Road"

Lato B

6. "Come Up the Years"

7. "Run Around"

8. "Let's Get Together"

9. "Don't Slip Away"

10. "Chauffeur Blues"

11. "And I Like It"

2003 CD reissue bonus tracks

12. "Runnin' Round This World"

13. "High Flying Bird"

14. "It's Alright"

15. "Go to Her"

16. "Let Me In"

17. "Run Around"

18. "Chauffeur Blues"

19. "And I Like It"

20. "Blues from an Airplane"

 

Formazione:

Marty Balin - voce

Paul Kantner - chitarra ritmica e acustica; voce

Jorma Kaukonen - chitarra solista; voce

Jack Casady - basso

Signe Toly Anderson - voce

Skip Spence - batteria

 

 

 


 

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