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Il Progressive in Italia è giunto con due anni di ritardo rispetto all'Europa, siamo nel 1970, ma la nostra cultura e la nostra fantasia hanno sposato in pieno la causa sperimentale. In effetti noi italiani siamo molto aperti all'arte, e alla creatività, lo abbiamo dimostrato nella moda, nell'architettura, nella pittura e in tutte le arti. La nostra storia è piena di geni e di conquistatori. Con questo carattere pionieristico e con tanta voglia di creare, i nostri artisti musicali si sono gettati anima e corpo in questo mare sonoro. In verità non è che si è sempre riusciti ad inventare molto, ma si è preso tutto quanto i maestri inglesi ci hanno insegnano e lo si è amalgamato con le nostra inventiva, cercando di ottenere un risultato molto personale e così è stato. Ecco dunque nascere centinaia e centinaia di gruppi e sottogruppi con la pretesa voglia di inventare qualcosa di nuovo, di dar vita a nuovi linguaggi espressivi. In verità sono stati prodotti per lo più dischi "incompresi" in tirature limitate e spesso più amati all’estero che in patria, per poi, quasi sempre, sparire nel nulla. Questi dischi col tempo sono divenuti oggetto di culto per molti collezionisti del genere, ma obbiettivamente non sempre sono stati portatori di qualità.Gli anni '70 sono quelli delle contestazioni, delle fazioni pseudo-politicizzate che si cimentano in manifestazioni utopistiche. Si ha la pretesa di ascoltare la musica gratis, i concerti non devono avere un biglietto. Ecco le invasioni di palco, quelle che hanno fatto discutere tanti artisti ed in alcuni casi (vedi Francesco De Gregori, ma che ha pesantemente condizionato per decenni i tuor internazionali che evitavano l’Italia) addirittura abbandonare per un lungo periodo le performance. I raduni musicali sono davvero tanti, i più importanti sono quelli di Parco Lambro (Milano), Villa Pamphili (Roma), Gualdo (Gualdo Tadino -PG), Il Piper di Roma con la sua "Controcanzonissima" e Palermo Pop. Gli anni '70 sono anche quelli delle case discografiche, ne esistono almeno una ventina e tutte con l'umana possibilità di interagire con il proprio padrone. Oggi ne riscontriamo davvero poche così. Oggi le etichette sembrano avere come scopo principale quello di fare denaro facile ed immediato, così i contatti con i boss sono pressoché vicini allo zero.LE RADIO LIBERENascono le prime radio libere e con loro le speranze di tanti giovani che tentano di fuoriuscire dalla massa, potendo esprimere liberamente il proprio pensiero, giusto o sbagliato che sia. Nascono come funghi e di tutte le dimensioni, chi con buone idee, chi con scarse. Ma la possibilità di farsi sentire in ogni proprio territorio alla lunga non paga, se i contenuti sono scialbi o quantomeno utopistici la gente non ascolta, cala l'interesse, la pubblicità non gira più e la frittata è fatta. Le radio, dopo un clamoroso boom iniziale, con il tempo si stabilizzano. Alcuni nomi delle antenne più importanti sono: Radio Alice (Bologna), Radio Montevecchia, Canale 96 (Milano), Radio Popolare (Milano), Radio Città Futura (Roma) e Radio Torino Città. Anche ..la RAI.. partecipa alla cultura Progressiva in maniera attiva, grazie a programmi importanti e di spessore cultural-popolare del calibro di : "Per Voi Giovani" (con Renzo Arbore alla guida), "Bandiera Gialla", "Hit Parade", "Alto Gradimento" e "Long Playing".LA STAMPAEsiste anche un buon movimento di stampa di settore, la quale, a differenza di quella d’oggi, partecipa attivamente allo sviluppo della musica, entrando spesso e volentieri in colluttazione verbale diretta con gli stessi artisti. La critica a volte feroce, porta anche a buoni frutti, vedi  Demetrio Stratos (Area) e Gong, mensile di buon successo. L'artista si misura con il critico e cresce d'esperienza. Le riviste mettono in evidenza lo spessore umano dell'artista, molto più disponibile al contatto rispetto quello di oggi, sicuramente più insicuro di se e dei propri mezzi. I prodotti degli anni '70 sono decisamente meno studiati a tavolino proprio per questo, l'autore si arricchisce contraccambiando giudizi con il pubblico e addetti al lavoro, pur restando un individuo dalla distinta personalità. Ecco l'importanza di riviste come Ciao 2001, Muzak, Gong, Re Nudo, Super Sound e Qui Giovani.LA STRUTTURA DEL.. PROGRESSIVE ITALIANONonostante tanto fermento sono veramente pochi i complessi che rimangono nella storia: Banco Del Mutuo Soccorso, il primo Battiato, Orme, Area, New Trolls, Arti & Mestieri e solo uno che sfonda anche all'estero (precisamente in America) La Premiata Forneria Marconi. Il nostro messaggio musicale è dunque frutto in buona parte di “copiature”, ma è altrettanto vero che la nostra innata classe e la voglia d’arte è così grande da non renderci secondi a nessuno. Basti pensare che il Rock impegnato (musicalmente parlando) e cervellotico dei Gentle Giant ha fatto proseliti solo in Italia, mentre in patria (Inghilterra) e nel resto d'Europa, no. Oppure che il nostro movimento è ancora ricercato nell’est asiatico e in particolare in Giappone, una delle nazioni che più ha apprezzato il nostro sviluppo musicale degli anni '70-'76.I nostri gruppi danno molto risalto ai testi, a volte così complicati da risultare completamente incomprensibili. In alcuni casi invece ci si getta nel serio mondo della politica, con la speranza di cambiare il mondo, diventando una bandiera per un intero popolo (vedi Area). E ancora ci si getta nello spirituale, trattando argomenti come la religione, è il caso della "Bibbia" dei Rovescio Della Medaglia. Parola d'ordine è stupire, ma allo stesso tempo essere immediatamente riconoscibili, per questo i nostri ragazzi si inventano nomi particolari, facilmente riconducibili al genere. Basta con nomi secchi come I Quelli, oppure I Califfi o i Corvi, ma via libera alla fantasia con Quella Vecchia Locanda, Raccomandata Ricevuta Ritorno, Il Rovescio Della Medaglia, Biglietto Per L'Inferno, La Locanda Delle Fate, Consorzio D'Acqua Potabile e quant'altro andremo ad esaminare di seguito.Anche le copertine sono sempre piccoli affreschi di quello che il vinile va a rappresentare, ma come sappiamo questa è una prerogativa del Progressive mondiale, così come le suites contenute all'interno del 33 giri. Le lunghe composizioni portano al successo questo formato vinilico, prima di esso c'è solo il dominio del 45 giri. Il sottobosco è quello più fluente, con migliaia di gruppetti mal distribuiti ed è qui che a volte ci imbattiamo in preziosi frutti, tutto sta nel paziente ricercare. Oggi per fortuna (o sfortuna per i collezionisti) grazie ad alcune case discografiche come Akarma, Black Widow Records, BTF ed Edel, la ricerca è meno difficoltosa e possiamo godere a pieno di questi buoni frutti. Il piccolo elenco che andiamo ad analizzare non è altro che una guida al meglio della nostra produzione, quello che ognuno di noi deve conoscere per apprendere meglio il fenomeno italiano. Ovviamente non siamo miliardari da poterci permettere tutto, ma questi sono i lavori degni di nota e l'acquisto di ognuno di questi è sicuramente un buon affare.LE VOCI NEL PROGRESSIVE ITALIANOMa questo mondo fatto di fate, inferni, lucciole, balletti e quant’altro la fantasia ci ha elargito, è così perfetto come si dice? Ovviamente no, uno dei punti nevralgici della nostrana scena Progressiva si trova dietro al microfono. Mentre la tecnica strumentale, la fantasia compositiva e le melodie volano alte, il canto spesso e volentieri riporta tutto a terra. Questo strano fenomeno non trova effettiva spiegazione (a parte il fatto che la grande tecnica strumentale porta freddezza alle interpretazioni), tuttavia la situazione va denunciata, causa la sua grande diffusione. Sciocco sarebbe fare finta di nulla. Abbiamo incontrato nell’arco dei dieci anni Progressivi più importanti, gli anni ’70, cantanti validi come Demetrio Stratos (Area), Bernardo Lanzetti (Acqua Fragile), Francesco Di Giacomo (Banco Del Mutuo Soccorso), Alan Sorrenti ed Ivano Fossati (Delirium), ma rispetto la quantità dei complessi , davvero una goccia in un mare. In tutto il mondo del Progressive non è che si ascoltino tanti di quei cantanti all’altezza, la storia ce ne annovera davvero pochi, ma il fenomeno nostrano è quantomeno singolare. Analizziamolo brevemente in questo rapido viaggio:Albero Motore- La voce di Glauco Borelli non è malvagia, leggermente roca richiama alla memoria quella di Franz Di Cioccio (PFM), ma a volte è poco evocativa.Alphataurus- Bavaro Michele è vocalmente ben dotato, anche se deficita leggermente sul lato interpretativo. Comunque più gli alti che i bassi.Alusa Fallax- “Intorno Alla Mia Cattiva Educazione” è un gran disco, Augusto Cirla è autore di una buona interpretazione, grande l’intento ma il risultato vocale non è sempre sufficiente.

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