L'Incredible String Band fu per diversi anni l'emblema delle comuni hippie in Gran Bretagna. Suonava la musica folk che era di moda durante il folk revival, ma la suonava con la liberta` formale che era tipica della civilta` hippie.
All'inizio a Edinburgh c'era il duo di Clive Palmer (banjo) e Robin Williamson (chitarra), che divenne un trio intitolato Clive's Incredible String Band. Quando i due conobbero a Glasgow Mike Heron, nacque l'album Incredible String Band (Elektra, 1966). L'album contiene i primi gioielli naif di Heron (When the Music Starts to Play, Everything's Fine Right Now) e Williamson (October Song, Womankind), entrambi improvvisati polistrumentisti. Palmer parti` per l'India e l'ISB si ridusse al duo di Heron e Williamson. Heron impersonava l'anima naive, gioviale e curiosa del gruppo. Il suo apporto consisteva nel tingere di music-hall, kitsch, calypso, le visioni esotiche, magiche e medievali di Williamson.
The 5000 Spirits or the Layers of the Onion (Elektra, 1967) fu l'album che ne fece un nome di culto. Piu` che di un'opera musicale si tratta di una celebrazione gioiosa della civilta` hippie dell'epoca. un disco pregno di umori indiani (Chinese White) e di quarti toni (First Girl I Loved, uno dei classici di Williamson), con punte di esuberante surrealismo (Blues For The Muse), fra ninnananne filosofiche di Heron (Hedgehog Song) e visioni esoteriche di Williamson (Madhatter's Song, My Name Is Death).
Le loro eclettiche feste d'amore tribali (principale punto di riferimento degli hippie inglesi) si servivano liberamente di ogni reminescenza musicale e di ogni strumento dotato di corde, i loro inni folk sapevano un po' di coro a cappella, un po' di mantra indiano, un po' di ritornelli infantili, un po' di tropici e di cabaret, un po' di spiritual e di music-hall.
Il duo era maturo per comporre una capolavoro della statura di The Hangman's Beautiful Daughter (Elektra, 1968), una raccolta di rituali magici, ora macabri ora pagani ora ludici, ambientati in un mondo di streghe, minotauri, licantropi. Questi salmi fanno leva su armonie spettrali, costruite sovrapponendo vocali allungatissime a textures strumentali disgregate (sitar, tablas, violino, kazoo, etc) e queste a ritmi liberi. Ma ogni brano prende ispirazione da una tradizione diversa e l'album nel suo insieme appare come un collage surreale di stili musicali. Rispetto al disco precedente, le piece sono piu` estese, piu` libere e piu` dense di suoni (Williamson da solo suona 15 strumenti).
La dolce Koeeoaddi There e` un tenue ritornello alla Donovan con equilibrismi vocali "tibetani" alla Buckley e cori da ballata popolare scozzese. In Swift As The Wind il lamento nostalgico della prima voce si incrocia con il canto libero di un'altra voce, estasi o subconscio, sogno o allucinazione. Marziale, epica, enfatica, Minotaur Song si fa contrappuntare, a ritmo di clavicembalo, da un coro quasi gregoriano di bassi e voci bianche, ma nella dizione e nella melodia ricorda piuttosto un ibrido di trovatore, di operetta e di straniamento brechtiano.
Gli esperimenti abbondano in tutti i pezzi e talvolta sfiorano lo sgangherato acid-folk degli Holy Modal Rounders: danze rinascimentali e flauti arabi in Witches Hat, clavicembali ed arpe nel barocco Waltz Of The New Moon, percussioni equatoriali e sciacquii in Water Song, vaudeville e balli da cowboy in Mercy I Cry City. La lunga meditazione Three Is A Green Crown e` cantata, a ritmo incalzante di sitar, con un'inflessione che ondeggia fra l'invocazione del muezzin e la litania buddista. La grand folk suite di A Very Cellular Song (13 minuti) e` un carnevale di travestimenti: prima un semplice ritornello di "good night" viene ripetuto a ritmo di sonagliere e clapping, poi il tema centrale, un gaio intermezzo rinascimentale a ritmo sbrigliato di clavicembalo, flauti e kazoo, procede come il corteo di un circo, con subitanei mutamenti d'umore, ora sospendendosi nel lamento accorato di un violino tzigano, ora assumendo le cadenze mediterranee di una chitarra e uno scacciapensieri, e nel finale il complesso fraseggio fra un organetto e un flauto eleva la stornellata a inno mantrico in un crescendo di percussioni indiane.
Il doppio Wee Tam and the Big Huge (Elektra, 1968) accentuo` il tono da parabola biblica ma ridusse anche la sperimentazione, peraltro confermando l'eclettismo stilistico del duo, capace di svariare dalla fiaba bambinesca di Puppies al raga di Yellow Snake all'arcobaleno buffo di Douglas Traherne Harding.
L'atmosfera si distese del tutto dopo l'abbandono della cultura lisergica e l'adesione alla scentologia. Gli album divennero ottimisti, sereni, con Heron sempre nella parte del giullare (Job's Tears) e Williamson in quella del visionario (The Circle Is Unbroken e soprattutto Maya).
Changing Horses (Elektra, 1969), con White Bird e Creation (16 minuti), e I Looked Up (Elektra, 1970), con la quadriglia di Black Jack Davy, e le due lunghe suite Pictures in an Mirror e When You Find Out Who You Are, costituiscono un momento interlocutorio, povero di ispirazione. Non a caso corrispondono alla crisi storica del fenomeno hippie.
La pantomima di U (Elektra, 1970), in collaborazione con il polistrumentista e ballerino Malcolm LeMaistre, accrebbe l'importanza della parte visiva. L'album, doppio, indulgeva in toni elegiaci e imitazioni medievali, fra strumentali orientaleggianti (Elwool Suite) nenie indiane (Cutting The Strings), vaudeville operatici (Juggler's Song) e saltarelli folk (Puppet Song). Williamson era all'apice della sua creativita`, come dimostrano Queen of Love, Invocation e la chilometrica suite Rainbow. Frammentato, pretenzioso e a tratti stucchevole, l'album svelava la scarsa consistenza dell'utopia comunitaria del complesso.
Nel frattempo Clive Palmer, tornato da un viaggio in India, aveva formato la Famous Jug Band, titolare di Sunshine Possibilities (Liberty, 1969), e poi la Clive's Original Band (COB), che pubblicava due pietre miliari del folk psichedelico, Spirit Of Love (CBS, 1971) e Moyshe McStiff and the Tartan Lancers of the Sacred Heart (Polydor, 1972 - Radioactive, 2005). Il sound esotico, eccentrico e malinconico del secondo, dominato dall'harmonium, rimarra` un punto di riferimento per il genere.
Dopo la colonna sonora del film Be Glad for the Song Has No Ending (Island, 1970) e dopo l'antologia Seasons They Change (1971), contenente la suite inedita Queen Juanita, l'album Liquid Acrobat As Regards the Air (Island, 1971) aprì l'ultima fase del gruppo: musica ancora incantevole e suggestiva, fatta di accorati salmi spirituali (Worlds They Rise And Fall) e di arrangiamenti preziosi (la suite Darling Belle di Williamson, che mescola musica medievale, dixieland, liturgica, etc), ma priva dell'effervescenza naif dei primi tempi. E` significativo che la canzone d'apertura di Earthspan (Island, 1972) sia scritta da LeMaistre, l'orecchiabile My Father Was a Lighthouse Keeper. L'album tentava di fatto di proporre un folk-rock da classifica.
Cio` non toglie che canzoni ancora curiosamente freak come Old Buccaneer e Circus Girl, su No Ruinous Feud (Island, 1973), altro album commerciale, e un'altra lunga suite, Ithkos (1974), che occupava una facciata intera di Hard Rope and Silken Twine (Island, 1974), nonche' la Dreams Of No Return di Williamson, continuassero a tener in vita quell'arte acrobatica al limite fra canzonetta e sperimentalismo, ogni album essendo un fiabesco e visionario collage di melodie liquide intrise d'innocenza mistica e di humour malizioso.
Il gruppo si sciolse, ma i due leader avevano gia` intrapreso le carriere soliste. Heron (con LeMaistre) avrebbe semplicemente continuato l'opera dell' ultima ISB. Mike Heron (Casablanca, 1969) e Smiling With Bad Reputations (Elektra, 1971) furono i suoi primi e migliori album post-ISB. il secondo si avvale della partecipazione degli Who (in incognito), di John Cale e di Richard Thompson.
Robin Williamson si trasferì a Los Angeles e si attrezzò con una Merry Band di strumenti ad arco per eseguire ballate celtiche di argomento mitologico. Myrrh (Island, 1972) non e` particolarmente originale, ma Journey Edge (Flying Fish, 1977) è forse il suo capolavoro. Orchestrato per arpa, clavicembalo, flauto, fisarmonica, violino, chitarra, contrabbasso e percussioni, il disco contiene brani soavi come Mythic Time e Lullaby For A Rainy Night, riflessioni realiste come Rap City Rhapsody e uno strumentale suggestivo come Voices Of The Barbary Coast.
Lo stile prezioso di composizione e di arrangiamento di Williamson è altrettanto in vista su American Stonehenge (Flying Fish, 1978). Dopo il meno riuscito Glint At The Kindling (Flying Fish, 1979), su Songs Of Love And Parting (Flying Fish, 1982) predomina invece il sintetizzatore. La Music For The Mabinogi (Flying Fish, 1983) e la colonna sonora di The Dragon Has Two Tongues (Towerbell, 1984) chiusero la sua stagione maggiore.
Formazione
. Robin Williamson (1965-74, 1999-2003)
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Mike Heron (1965-74, 1999-2006)
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Clive Palmer (1965-66, 1999-2006)
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Christina "Licorice" McKechnie (1968-72)
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Rose Simpson (1968-71)
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Malcolm Le Maistre (1971-74)
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Gerard Dott (1972-73)
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Stan Schnier (aka "Stan Lee") (1972-74)
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Jack Ingram (1972-74)
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Graham Forbes (1973-74)
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John Gilston (1974)
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Bina Williamson (1999-2003)
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Lawson Dando (1999-2006)
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Claire "Fluff" Smith (2003-06)