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Ennesimo cambio di stile (ed ennesima caduta di stile) l’anno successivo con Shakedown Street, che si lascia influenzare dalla moda della disco-music, senza nemmeno riuscire nell’intento di sfondare sul mercato. La mania di grandeur di Garcia e soci tocca l’apice con il concerto dell'estate del '78 (immortalato su disco solo 30 anni dopo) nella piana di Giza, ove l’imponenza leggendaria della Grande Piramide di Cheope e la concomitante magia di            un'eclissi lunare concorrono, nonostante tutto, a scolpire il

    logo dei Grateful Dead nell’immaginario collettivo di

      un’epoca che pure non appartiene più a loro.

       Significativo, a tal proposito, il concerto di

         capodanno tenutosi al Winterland. Ancora, ma per

             l’ultima volta, in questo storico locale,

             che segue la sorte toccata all’altrettanto

           importante Fillmore West, chiudendo per sempre

       le sue porte. È la fine definitiva del movimento                psichedelico della West Coast.

 

Le morti e la fine del Morto Riconoscente

Ma è l’inizio della fine anche per i Grateful Dead. Nel 1979 i coniugi Godchaux abbandonano (Keith morirà il 14 luglio 1980 in

    un incidente d'auto) e l'ingresso del tastierista Brent

       Mydland (1953, Monaco - 1990, Lafayette), già amico di

           Bob Weir, rivitalizza solo temporaneamente

             l'impianto sonoro della band, che con Go

             To Heaven (aprile 1980) torna a produrre

          un buon album di studio.

          Negli anni 80, il gruppo si dedica quasi

       esclusivamente ai concerti, limitando le uscite

    discografiche in studio ai progetti solisti dei singoli           componenti. Nel 1981 una serie di interminabili concerti al        Radio City Music Hall di New York e al Warfield Theatre di San Francisco fruttano materiale per due ottimi doppi live pubblicati l'anno seguente, a distanza di pochi mesi, l'acustico Reckoning e l'elettrico Dead Set (oltre a un film-concerto edito nel 1982 anche in videocassetta, Dead Ahead Live).

 

Il primo è senza dubbio il miglior disco della band negli Eighties, con una scaletta che non si limita a rivisitare i due capolavori del 1970, ma ripesca ancor più indietro nel repertorio bluegrass pre-Dead dei Mother McCree's Uptown Jug Champions e spilucca l’eccellenza delle produzioni soliste di Weir (“Cassidy”) e Garcia (“Bird Song”, “To Lay Me Down”). Il suo gemello è leggermente inferiore, pur vantando un’altra splendida ballata di Garcia (“Loser”) e la fascinosa souplesse di “Friend Of The Devil”.

A metà degli 80 iniziano i problemi per il carismatico frontman del gruppo. Nel gennaio 1985 Garcia viene arrestato al Golden Gate Park di San Francisco per possesso di eroina. Seguono 15 mesi di disintossicazione presso un centro di cura, ma nel luglio 1986 ricade nel baratro della droga e collassa rischiando la morte per coma diabetico.

A causa delle instabili condizioni psichiche e fisiche di Garcia, gli unici due album in studio nella seconda metà degli anni 80 sono In The Dark, del 1987, che ha il doppio onore di rappresentare l’unica presenza significativa nelle chart di Billboarde di contenere l'hit single "Touch Of Grey" (il cui videoclip animato raggiunge perfino il giovanissimo pubblico di Mtv) e Build To Last (ottobre 1989) che delude, posizionandosi nella corrente melmosa di un banale synth-rock.

Pur in difficoltà egli stesso, Garcia viene incontro al periodo problematico dell'amico Bob Dylan, offrendogli i Dead come sua band di supporto. Le inconsuete apparizioni live fruttano nel 1989 Dylan & The Dead, che riesce nell’impresa di scontentare sia i fedeli deadheads, sia i critici fan del poeta di Duluth.

Il destino si accanisce sul gruppo già allo sbando e il 26 luglio 1990 Brent Mydland muore per overdose. Omaggiato con l'album live Without A Net (settembre 1990, contenente un'accattivante versione  blues interpretata dallo stesso Mydland di "Mr.Fantasy"          dei Traffic) viene sostituito da Vince Welnick, assistito
poi al pianoforte da Bruce Hornsby negli ultimi concerti.Per colmare il vuoto, a partire dagli anni 90, si susseguiranno, senza sosta,

una serie di pubblicazioni dal vivo rispolverate dall’etichetta personale.

Da ricordare One & Two From The Vault (aprile 1991),l’insolito Infrared Roses (collage di frammenti sperimentali/spaziali pescati dalle celebri sezioni "drums" e "space" dei loro concerti), Hundred Year Hall (settembre 1995) e Dozin' At The Knick (ottobre 1996).

       Nel 1994 il compositore canadese John Oswald rende                    folle/geniale omaggio all’immortalità di “Dark

           Star” ricomponendone una ideale versione

         ricavata da oltre cento differenti esecuzioni dal

          vivo in un doppio cd intitolato "Grayfolded".

   

    Su tutti incombe la serie infinita dei Dick's     Picks,registrazioni “uncut” senza editing e remixaggi dei

  migliori concerti, selezionate da Dick Lavala, archivista ufficiale del gruppo (e, dopo la sua morte, da David Lemieux). Dal 1993 in avanti sono ad oggi 36 i volumi pubblicati, identificati dalla data e dal luogo del corrispondente concerto.

La fine di una storia che pare voler sfidare l’eternità viene scritta il 9 agosto 1995. Jerry Garcia viene colpito da un infarto mortale nel sonno al Serenity Knoll Drug Center a Forest Knolls (California), clinica ove sta cercando di porre fine alla sua dipendenza dalle droghe. Il gruppo, privato dell’indispensabile pilastro compositivo/esecutivo comunica immediatamente il proprio scioglimento.

Da allora il “morto riconoscente” si gode il suo meritato riposo eterno, anche se alcuni membri si esibiranno ancora insieme in alcune occasioni, alternativamente sotto le vesti di The Other Ones o Crusader Rabbit Stealth Band e persino, sfrontatamente ma significativamente, il 14 febbraio del 2003, nell’estremo sussulto, come The Dead.

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2022 Grateful Dead
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