Sintoamplificatore AKAI AA1030
Ed ecco finalmente qualcosa di nuovo, diverso dai soliti registratori: un sintoamplificatore AKAI AA1030, prodotto nella seconda metà degli anni 70 e acquistato per poco più di 100 euro dopo quasi mezzo secolo.
Quando l'ho visto sulla baia, con le sue manopolie in stile retrò e l'ampia scala di sintonia, non ho saputo resistere e l'ho comprato. Pochi giorni di attesa ed eccolo qui, in tutto il suo splendore.
Si tratta di un modello intermedio della gamma di sintoamplificatori Akai, che partiva da un 20+20W fino ad arrivare al modello di punta da ben 50+50W. Le differenze tra un modello e l'altro sono essenzialmente nello stadio di potenza e nell'alimentatore, mentre tutto il resto rimane quasi inalterato, estetica compresa.
L'apparecchio esteticamente è come descritto, ovvero quasi perfetto: solo cercando il pelo nell'uovo si trova qualche segno del tempo. Anche il bel cabinet in legno non presenta graffi o ammaccature di sorta, 45 anni non hanno lasciato traccia. L'aspetto è gradevolmente retrò, coerente con quello di un registratore a bobine (GX630D) ed uno a cassette (GXC570D) che ho in collezione e con i quali dovrebbe fare un pregevole effetto di arredamento.
Un po' di caratteristiche: riceve in banda FM 88-108MHz mono e stereo, in AM sulla sola gamma delle onde medie (esiste anche la versione con onde medie e lunghe, AA1030L). Ha la possibilità di collegare due registratori con riversamento incrociato, un ingresso fono MM e un ingresso ausiliario che può ad esempio ospitare un lettore di CD. Potenza di uscita 30W RMS per canale con meno dello 0.3% di distorsione. Controlli di tono, loudness, possibilità di collegare due coppie di diffusori, antenna in ferrite incorporata per AM, muting FM con soglia regolabile.
Collego una coppia di casse, due spezzoni di filo a fare da antenna, e premo il pulsante di accensione. Dai diffusori esce un "TUMP", purtroppo non è dotato di un circuito di inserimento ritardato dei diffusori, poi i primi rumori provenienti dalla sezione tuner. Giro la grossa manopola di sintonia, pesante e dal tocco rassicurante: è in alluminio pieno a differenza di quelle piccole che sono solo rivestite in metallo, e la "dinamica" suggerisce che dietro ci sia un grosso volano. Mezzo giro e per quanto l'antenna sia veramente indecente i due strumenti oscillano e arrivano le prime voci comprensibili.
Le stazioni ricevute - siamo in un seminterrato - non sono poche anche se la maggior parte è abbastanza disturbata; d'altra parte neppure un ricevitore più moderno in questa pessima location riesce a fare di molto meglio. Varie stazioni arrivano abbastanza forti da consentire un ascolto in stereofonia senza particolari problemi.
Commuto in AM e subito si sente un fortissimo ronzio. Spostando la sintonia il ronzio cambia tonalità, diventa più o meno forte, ma praticamente copre tutta la banda delle onde medie impedendo la ricezione di qualsiasi cosa. Sembra che si tratti di una interferenza generata da qualcosa di molto vicino, ed in effetti è così: è colpa del PC che si trova nella stanza accanto, ad almeno 6-7 metri di distanza dal ricevitore e separato da un muro spesso e con una parte in cemento armato. Spento il computer, il disturbo sparisce completamente e la maggior parte della gamma delle onde medie diventa sostanzialmente silenziosa. Solo alzando notevolmente il volume si sentono deboli alcune stazioni estere e solo estere, in quanto dal 11/09/2022 la RAI ha definitvamente chiuso tutte le emissioni in AM. Fino al 10 qui si riusciva a sentire a tutte le ore del giorno RAI Radio1 da di Coltano sui 675KHz, e nelle ore serali arrivava anche Milano a 900KHz.
Solo una piccola sorpresa: a 1584KHz ci sono delle voci in italiano. Si tratta di Radio Studio X, una emittente privata in AM (ebbene sì: per chi non lo sapesse, da qualche anno le frequenze libere nella banda delle onde medie sono ottenibili in concessione per trasmissioni commerciali con potenza limitata, e si sono sviluppate delle emittenti locali che trasmettono con potenze di solito entro il KW un po' ovunque) che trasmette dalle vicinanze di Arezzo con 1KW. L'intensità del segnale non è alta ma consente l'ascolto senza problemi; dal sito web della radio scopro che trasmettono addiruttura in stereofonia con modulazione QAM. Ovviamente l'Akai non è in grado di decodificare il segnale stereo in AM essendo dotato solo del decoder multiplex per la FM, e rivela il segnale come un normale monofonico con tutti i suoi limiti.
La stessa prova di ricezione ripetuta di sera porta a un risultato del tutto diverso: la gamma delle onde medie adesso è popolata da numerose stazioni estere, per la maggior parte ben udibili anche se a volte con evanescenze fastidiose. Ancora una sorpresa: a 1070KHz c'è un'altra voce in italiano; si tratta di Radio Capodistria.
Dato che l'apparecchio ha quasi 50 anni, decido di procedere con un recap totale. Tolgo il coperchio di legno, molto bello, rimuovo il frontale, e si presenta questo spettacolo:
Si notano subito due cose: un robusto trasformatore di alimentazione (sul manuale non c'è scritta la potenza, ma a occhio direi almeno 150VA) e il sistema di sintonia con la classica corda che accoppia manopola dotata di robusto volano, condensatore variabile ad aria e cursore della scala. A sinistra dietro al controfrontale si intravedono due condensatori elettrolitici di filtro per l'alimentazione del finale, da 10.000uF ciascuno. Due strumentini economici, uno a zero centrale come indicatore di sintonia e uno normale che indica il lviello del segnale ricevuto, che funzionano solo in FM.
La costruzione è ordinata e pulita, e l'accesso alla parte inferiore di tutte le schede è libero e rende agevole il recap. Fa eccezione solo la parte a destra, sotto al condensatore variabile, che obbliga a rimuovere la scheda dal telaio per poter procedere con l'operazione. In realtà si potrebbe anche rimuovere il telaietto che regge il condensatore variabile, ma poi chi ce la rimette al suo posto la corda ? Meglio togliere le viti che fissano la scheda da sotto, sfilare i manicotti di comando dei due commutatori e ribaltare la scheda sotto.
Qualche particolare: PCB della sezione di potenza. I transistor sono montati su zoccolo, e la vernice che blocca le viti indica che non sono mai stati sostituiti. Il dissipatore non è enorme, ma è sufficiente per i 30W per canale erogati
Condensatore variaible di sintonia, ad aria, demoltiplicato meccanicamente e a sezioni multiple con compensatori per la messa a punto fine all'estremo superiore delle due gamme di ricezione. Una soluzione classica, che come la cordina della scala ricorda molto la struttura delle radio a valvole di 40 anni prima. Nei tuner prodotti negli anni successivi il condensatore variabile, complicato e costoso ma qualitativamente "elevato", sparirà sostituito da diodi varicap e oscillatori locali a sintesi di frequenza.
Due sezioni per AM, tre per la FM. Lo schema elettrico non riporta il front-end, ma è evidente che in FM c'è uno stadio amplificatore RF supplementare che invece non è presente nella sezione AM.
Completato il recap, riassemblo il tutto e provo. Ovviamente (in realtà non tanto ovviamente, a volte nei recap capita di dimenticare di riattaccare qualcosa...) il sintoampli funziona esattamente come prima. Non è che mi aspettassi qualcosa di diverso, funzionava già bene ma il lavoro andava fatto per "metterlo in sicurezza" e ridurre il rischio di guasti e corti improvvisi che - se si verificano nella sezione di potenza - possono essere veramente dannosi.
La sezione amplificatrice se la cava onorevolmente anche con un lettore CD collegato all'ingresso AUX; pur non essendo nulla di eccezionale riesce a suonare con buona dinamica e risposta lineare. Il suono è gradevole e non stanca, a differenza di qualche altra amplificazione Akai provata in passato che suonava piuttosto stridente.
Volendo cercare il pelo nell'uovo si possono trovare tre di difetti:
- il tasto loudness, quando viene inserito, provoca un incremento esagerato delle basse frequenze che rende il suono rimbombante ed eccessivo. Può anche darsi che sia in parte dovuto alla pessima sistemazione dei due piccoli bass-reflex Focal, ma con altri amplificatori l'effetto non è così fastidioso: meglio evitare il loudness e se necessario intervenire sui controlli di tono.
- Il secondo difetto è legato alla struttura del meccanismo della sintonia, ed è necessario conviverci: quando si gira la manopola con piccoli spostamenti, l'elasticità della corda porta un movimento ritardato e non lineare della ruota del condensatore variabile rispetto all'indice che invece reagisce subito. Questo rende difficile la sintonia fine delle stazioni (problema più evidente in AM che in FM) e imprecisa l'indicazione della scala, che mostra un valore di frequenza diverso a seconda che la rotazione della manopola avvenga in senso orario o antiorario. In pratica se in senso orario una data stazione viene indicata a 1000KHz, superandola e tornando indietro la si ritrova apparentemente a 970KHz.
- Infine sarebbe stata utile la presenza del circuito di ritardo per l'inserimento dei diffusori, per evitare il BUMP all'accensione e allo spegnimento. Probabilmente non è stato messo per contenere i costi.
Se lo valutiamo riferito a quel che si trovava sul mercato consumer nel 1977, questo apparecchio era un validissimo nucleo sul quale costruire un intero impianto risparmiando svariati soldi rispetto alla coppia ampli + tuner separati.
A parte questi tre particolari, se lo valutiamo riferito a quel che si trovava sul mercato consumer nel 1977, questo apparecchio era un validissimo nucleo sul quale costruire un intero impianto risparmiando svariati soldi rispetto alla coppia ampli + tuner separati. E comunque sia è anche molto bello, e messo in ambiente fa quella che si può dire "la sua porca figura".