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Per il loro secondo album gli inglesi The Kinks dovettero fare le cose in fretta e furia: esso venne infatti registrato e realizzato in appena due settimane, essendo il gruppo -allora lanciatissimo sulla scia dell'esordio discografico dell'anno precedente- reduce da un tour asiatico e da impegni vari che si accavallavano continuamente. Evidentemente i Nostri non erano abituati a questi ritmi e di conseguenza la pressione all'interno del quartetto si fece sentire, creando alcuni dissapori tra i membri stessi della band: durante un'esibizione in Galles ci fu uno scontro sul palco tra Avory e Dave Davies (a quest'ultimo vennero applicati alcuni punti di sutura alla testa) spacciato inutilmente per una sceneggiata facente parte dello spettacolo; di lì a breve l'episodio costò loro la possibilità di esibirsi su suolo americano per i successivi quattro anni e di fatto li tagliò fuori da quello che era a tutti gli effetti il più importante mercato discografico rock internazionale, il quale stava interessandosi sempre più al fenomeno brit-invasion. Insomma la partenza non fu delle migliori e i fatti appena illustrati non aiutarono il clima di registrazione di Kinda Kinks: in particolare Ray Davies rimase deluso dalla produzione, non essendo stato possibile per ragioni di tempo effettuare i ritocchi e le migliorie che lui avrebbe voluto per le tracce, scritte in maggior parte dallo stesso leader -a differenza del predecessore, infarcito di cover come usava ai tempi per i debut album dei gruppi emergenti.
Tired Of Waiting For You è il pezzo trainante di questo LP, piuttosto elaborata e con un sound maturo, più scanzonata e divertente invece Wonder Where My Baby Is Tonight con un allegro piano in sottofondo, mentre la rilassata Don't Ever Change ha un fascino tutto particolare, donato da alcune sonorità addirittura simil-latine apportate dagli arpeggi di chitarra acustica di cui è impregnata, molto melodica nel suo incedere, così come pure So Long e Something Better Beginning, ma per ascoltare qualcosa di più movimentato ci si deve rivolgere a titoli quali Got My Feet On The Ground, You Shouldn't Be Sad o Come On Now. Set Me Free, presente originariamente nell'edizione americana, risulta come una delle migliori tracce del disco: da riscoprire anche See My Friends, uscita ai tempi solo su 45 giri e inclusa, così come la precedente, nella DeLuxe Edition di Kinda Kinks insieme ad un'infinità di bonus track. A proposito dell'ultima song citata (ispirata da un canto di pescatori indiani) va notato come essa sia stata da più parti indicata quale uno dei primi esempi di crossover in ambito rock grazie alle sonorità Rāga, e questo ancora prima di Norwegian Wood (This Bird Has Flown) dei Beatles.

I Kinks spaziano un po' su tutti i fronti e pur sfornando brani orientati sull'allora imperante pop (nel senso buono del termine, si ascolti ad esempio Look For Me Baby) riescono a trasmettere l'idea di esplosività propria di un gruppo capace e talentuoso a cui purtroppo è mancata un po' di fortuna nel corso della propria carriera. Pur con tutti i difetti derivanti da una produzione affrettata e una resa finale che -per forza di cose- dà l'idea di composizioni un po' raffazzonate, Kinda Kinks mostra l'enorme potenziale della band dei fratelli Davies, qui come detto autori della quasi totalità delle canzoni e quindi liberi di creare senza vincoli; arriveranno dischi migliori, ma questo 33 giri merita senz'altro di essere ascoltato e apprezzato da tutti gli amanti del rock albionico.

 

Tracce

Lato 1
1. Look for Me Baby – 2:17
2. Got My Feet on the Ground (R. Davies/D. Davies) – 2:14
3. Nothin' in the World Can Stop Me Worryin' 'Bout That Girl – 2:44
4. Naggin' Woman (Anderson, West) – 2:36
5. Wonder Where My Baby Is Tonight – 2:01
6. Tired of Waiting for You – 2:31

Lato 2
1. Dancing in the Street (Gaye, Stevenson, Hunter) – 2:20
2. Don't Ever Change – 2:25
3. Come on Now – 1:49
4. So Long – 2:10
5. You Shouldn't Be Sad – 2:03
6. Something Better Beginning – 2:26

Classic Rock

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