top of page
Nuovo sfondo OKKKKKKKKKKKKK senza scritt
tenor.gif
tenor.gif
Fragile.png

The Yes album ha consacrato gli Yes a livello mondiale, tanto da essere considerato da molti il vero “primo” album di Squire e compagni. A supporto l’album, i nostri faranno uno estenuante tour europeo in compagnia dei colleghi atlantichiani Iron Butterfly. La band americana aveva con sé una attrezzatura talmente all’avanguardia che faceva sembrare quella in possesso delle band inglesi risalente all’età della pietra. Gli Yes scoprirono l’uso delle casse spia, di effetti come il compressore ed i microfoni messi davanti agli amplificatori. Tutte attrezzi ed accorgimenti che perfezionarono ulteriormente il loro caratteristico impatto sonoro. Gli Yes comunque ci misero del loro e microfonarono anche la batteria, cosa prima di allora mai fatta da nessuna altra band. Con questa geniale trovata, Bill Bruford perfezionò la sua tecnica, iniziando a picchiare sul bordo del rullante in modo da legare al meglio con le innovative ed alte frequenze del basso di Squire. Bill aggiunge scherzosamente che grazie a quell’impianto riuscirono finalmente a sentire Tony Kaye. Gli Yes furono talmente ammaliati dal futuristico set di amplificazione che a fine tour lo acquistarono dagli Iron Butterfly. Successivamente arrivò anche il tanto agognato tour americano, durante il quale suonarono insieme a Jethro Tull, Black Sabbath ed altri. Il tour fu un successo e gli Yes spazzarono letteralmente via le altre band. In un paio di occasioni parte del pubblico se ne andò anticipatamente in maniera soddisfatta dopo la performance degli Yes, mandando su tutte le furie il menestrello Ian Anderson, che si trovava costretto ad esibirsi con una platea assai ridotta.  Durante il tour di supporto ai Jethro Tull gli Yes non si portarono dietro l’impianto acquistato dagli Iron Butterfly, essendo la band minore. L’America si stava innamorando degli Yes, in particolare conquistarono il tecnico del suono Ray Clair, che in futuro lavorerà con la band per oltre trent’anni. Ray e suo fratello, in poco tempo allestirono un set di amplificazione molto simile a quello acquistato dagli Iron, contribuendo enormemente al successo nel nuovo continente. Nelle precedenti recensioni della discografia yessana, ho sempre sottolineato la tediosa insistenza da parte di Tony Kaye con l’organo Hammond, dovendo però aggiungere suonato in maniera egregia, in parole povere a quei tempi Tony Kaye era un “eccellente organista” più che un tastierista. Questa cosa   rimbalzò anche nelle raffinate orecchie di Howe e compagni, che avevano bisogno di maggiori soluzioni, già in sede live Jon Anderson si avvaleva dell’uso di una specie di sintetizzatore fatto in casa, immediatamente battezzato “Meccano Moog”, in modo da ottenere sonorità differenti da quelle proposte da Kaye Of The Keyboards. Queste furono le prime avvisaglie che qualcosa si stava incrinando fra Tony Kaye ed il resto della band. Ritornati in patria, poco dopo il concerto del Crystal Palace, gli Yes dettero il benservito a Tony Kaye, dettato anche a causa di alcuni dissapori con il nuovo chitarrista Steve Howe. I due proprio non riuscivano ad andare d’accordo, per di più dividevano la camera d’albergo durante i tour. Lo stile di vita dei due era diametralmente opposto e l’abitudine che aveva Kaye di bere in compagnia di belle ragazze in camera, metteva sovente Steve Howe di malumore. Fra i due, Squire e compagni scelsero di proseguire con l’ecclettico chitarrista, che in poco tempo si era imposto come la nuova star della sei corde, separandosi però in maniera amichevole da Tony Kaye, il quale formò immediatamente la sua nuova band, i Badger, insieme al bassista David Foster, già apparso come collaboratore nell’album Time And A Word. Gli Yes iniziarono a guardarsi in torno e gli occhi si posarono inevitabilmente sull’esuberante Rick Wakeman che stava facendo cose egregie con gli Strawbs. L’ingresso di Rick Wakeman negli Yes fu accolto a titoli cubitali su tutta la stampa musicale, ed è doveroso conoscerlo più da vicino, illustrando anche il piano diabolico con cui è stato avvicinato alla band. Richard Christopher Wakeman nasce a Perival, nel Middlesex, il 18 Maggio del 1949 (annata d’oro, NDR). Sin dalla tenera età dimostrò di avere un talento incredibile e di essere destinato ad entrare nel mondo della musica classica. All’età di sette anni fu iscritto alla Drayton Manor Country Grammar School dedicandosi allo studio del pianoforte. Nel 1963 formò il suo primo gruppo, gli Atlantic Blues e successivamente si unì al Concord Quartet. Finiti gli studi, Rick si iscrisse al Royal Collage Of Music, con l’intento di diventare un concertista. Contemporaneamente però suonava in vari gruppi rock e fu allontanato dal collage per aver trascurato gli studi. In poco tempo diventò uno dei turnisti più acclamati e ricercati di Londra e dintorni, meritandosi il soprannome di “Rick buona la prima”. E’ suo il mellotron in Space Oddity di David Bowie, come suo è la delicata partitura di pianoforte in Morning Has Broken di Cat Stevens. Nel 1970 si unisce agli Strawbs, una band folk-bluegrass, che il leader David Cousins voleva trasformare in un gruppo folk rock miscelando la chitarra rock con il pianoforte e le allegre sonorità folk. Ma Rick si sentiva troppo in secondo piano rispetto alla voce di Cousins e il suo carattere esuberante lo portò ad uscire dalla band, continuando con il più redditizio lavoro di turnista in sala di registrazione. Le sue giornate erano ricche di impegni fra i lavori in studio e la composizione per jingle pubblicitari, le ore dedicate al sonno erano ridotte ai minimi termini. Nel bel mezzo di una notte squillò il telefono, era Chris Squire degli Yes, che lo invitava ad unirsi al gruppo. Lui rispose: “ma sai che ore sono?” e Chris “aspetta un attimo… eh, sì, sono le tre meno un quarto di notte.” Comunque sia, Rick ringraziò e declinò l’invito, dicendo che ne aveva abbastanza della vita on the road. Il giorno successivo la segreteria scoppiava di messaggi da parte di Squire e del manager Brian Lane. Rick aveva visto dal vivo gli Yes, rimanendo sbalordito e fu colpito in particolar modo dal chitarrista Steve Howe, che aveva uno stile tutto suo, in un’epoca dove tutti i chitarristi scimmiottavano Eric Clapton, Jimmy Page e Jeff Back. Brian Lane non si dette per vinto e decise di cambiare tattica, architettando un piano che sicuramente avrebbe portato Rick nelle grinfie degli Yes. Brian Lane contattò Wakeman per parlare del nuovo album di Jack Wilde. L’ingenuo Rick accettò e si recò presso gli uffici della Hemdale. Dopo aver divagato alcuni minuti su Jack Wilde, Brian nominò “casualmente” gli Yes che per uno strano caso del destino stavano provando proprio dietro l’angolo. Rick ancora ingenuamente rispose “Ma davvero?”, a quel punto si aprì la porta e come per magia comparvero Chris Squire e Jon Anderson. I due lo salutarono e lo invitarono ad assistere alle prove, magari suonando qualche cosa insieme. Al termine della giornata Wakeman e gli Yes avevano già composto Roundabout, fu una cosa incredibile per l’entusiasta Rick Wakeman, che immediatamente si innamorò del progetto Yes, legando particolarmente con il chitarrista Steve Howe, offrendogli addirittura un passaggio per il ritorno a casa. Durante il tragitto Rick Wakeman fantasticava pensando di essere entrato nel gruppo. Arrivato a casa, Steve Howe gli chiese se l’indomani mattina gli andava di passarlo a prendere per le prove, fissate per le ore undici. Nei giorni seguenti nacque Heart Of the Sunrise, uno dei pezzi più belli dell’intera discografia Yes, se non addirittura “il più bello”. L’avvento di Wakeman portò entusiasmo all’interno degli Yes e grazie alla sua eccelsa tecnica e alla abilità nel comporre e nell’arrangiare, tutta la favolosa musica racchiusa in Fragile venne alla luce in pochissimo tempo. Per evidenziare il grande talento della band, gli Yes decisero di includere nel nuovo album cinque pezzi solisti, seguendo le orme di The Clap, pezzo solista di Steve Howe incluso su The Yes Album. Indubbiamente Fragile è uno degli album più significativi dell’intera discografia degli Yes, e per quanto mi riguarda la formazione presente su Fragile e il successivo Close To The Edge è la formazione per eccellenza degli Yes

Fragile Tracks.png

Classic Rock

wonderful.gif
wonderful.gif
W31X.gif
signbot.gif
478823_a147b-min.gif
signbot.gif
bottom of page